22 luglio 2009

SGOMENTO E ORRORE : ERANO DEL FRATELLO I CANI CHE HANNO SBRANATO IL BAMBINO DI ACIREALE.

La notizia Ansa è di quelle che colpiscono forte allo stomaco. Non hanno retto per molto le bugie, le omissioni e il silenzio complice di tutti quelli che sapevano: il pericoloso branco di sconosciuti cani killer erano del fratello del bimbo sbranato.

La scoperta di un verminaio, fatto come al solito sulla pelle di animali segregati in condizioni tremende e utilizzati illegalmente, pare per combattimenti in base alle cose trovate sul posto dal magistrato. Una premiata ditta Soldi & sfruttamento come ce ne sono a centinaia nel nostro Paese, aiutata dalle tante falle del sistema che crea le leggi ma non ha nessuno per farle rispettare.
A questo punto non si riesce a credere che il piccolo era stato avvisato di non avvicinarsi ai cani: chi segue e si informa sul mondo animale ha già sentito parlare di certi sistemi, da giornalisti e attivisti coraggiosi che hanno avuto il coraggio di ficcare il naso: spesso sono mandati i ragazzini affinchè imparino subito a non avere paura di trattare animali pericolosi.

Notizia Ansa:
BAMBINO SBRANATO DAI CANI AD ACIREALE, IL FRATELLO CONFESSA: ERANO MIEI
ACIREALE (CATANIA) - Da ieri sera gli investigatori si chiedevano di chi fossero i cani che hanno ucciso il piccolo Giuseppe Azzarello, 6 anni, sbranato dopo essere entrato nel recinto vicino a casa dove erano custoditi gli animali. Stasera suo fratello Ivan, 19 anni - il quale ha precedenti per furto ed é soggetto all'obbligo di firma -, ascoltato dai magistrati come persona informata sui fatti, ha confessato che gli animali erano suoi. Poi ha spiegato che da tempo diceva, invano, al fratellino di non avvicinarsi. Hanno dunque un padrone i cani reclusi nel terreno abbandonato di contrada San Cosimo, ad Acireale. Giuseppe viveva con la famiglia a pochi passi da quel recinto. Ieri sera il bambino, come aveva fatto altre volte, è tornato a far visita agli animali ed è stato sbranato. Ad ucciderlo sarebbero stati due morsi; uno dei quali, alla giugulare, gli è stato fatale. Il cane che lo ha aggredito pare sia proprio quello che oggi non si trovava, un molosso, mentre al loro arrivo gli investigatori ne avevano individuati cinque. Era così scattata la caccia al sesto cane a anche al proprietario, fino a stasera, quando Ivan, che domani dovrà presentarsi in procura con un avvocato, ha ammesso che quegli animali erano suoi. I genitori non parlano, sconvolti per quanto è accaduto. I vicini di casa li proteggono dai curiosi e dai giornalisti. La madre Alfia, casalinga, ha saputo della morte del figlio solo stamattina e, appresa la notizia, è svenuta. Ieri sera il marito le aveva detto che Giuseppe era ferito ed era stato ricoverato in ospedale. Gli animali sono tutti adulti meticci, tranne uno, un dobermann, al quale era stato applicato un microchip ed è risultato rubato un mese e mezzo fà in uno dei paesi della fascia pedemontana. Nel terreno sono stati trovati, tra l'altro, pneumatici appesi a delle corde, elemento che farebbe pensare a un campo di addestramento. Il magistrato che conduce le indagini, Carla Santocono, al termine di una ispezione ha detto che "sono state rilevate delle tracce che farebbero ritenere che in quel posto venivano addestrati cani, ma non sappiamo da quanto tempo". Trovate anche alcune cucce di fattura artigianale, recintate da reti metalliche. Uno dei cani era legato a una catena. Non è stata trovata acqua né di cibo, a parte qualche osso. Ma domani Ivan dovrà chiarire tutto. Al fondo si accede tramite un cancello di ferro ma Giuseppe sarebbe entrato da un altro lato, attraverso una breccia nella recinzione. Gli investigatori nel pomeriggio hanno anche interrogato il padre della vittima, Nino, magazziniere dell'Acireale Calcio. Per il parroco della vicina chiesa di S. Cosma e Damiano, Mario Arezzi "Giuseppe è una delle tante vittime di chi non fa il proprio dovere. Chi guarda all'utile personale e non al bene comune deve sentirsi responsabile della morte di questo bambino".

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