24 agosto 2009

LA GRECIA VA A FUOCO, ATENE IN PERICOLO

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Questo blog è vicino ai cittadini greci che stanno lottando con tutte le loro forze per fermare il fronte di fuoco, che dopo due giorni di distruzione di boschi, uliveti e case è arrivato a pochi chilometri da Atene. Non ci sono parole per immaginare cosa voglia dire trovarsi là in questo momento, e l'unica cosa possibile è esprimere il proprio dolore per una terra martoriata nuovamente a distanza di due anni.

Si devono trovare le parole invece per domandarsi come mai tutti questi incendi in Europa, sempre più violenti.
Quando iniziarono gli incendi italiani, negli anni 70 e 80 venivano attribuiti agli speculatori immobiliari, che avrebbero trovato strada facile per costruire sui terreni disboscati dal fuoco.
Le forze dell'ordine trovavano a volte il "piromane", che spesso aveva in tasca una scatola di fiammiferi e stranamente ancora più spesso aveva una certa età.

Ma oggi come si può pensare che una sigaretta o un fiammifero buttato in un bosco possano scatenare le devastazioni a cui stiamo assistendo?
Bisogna essere veramente ingenui per non accorgersi del fattore che accomuna tutti gli incendi europei degli ultimi anni: che sono inspegnibili.
In Grecia da più di trenta ore stanno lavorando senza chiudere occhio 400 pompieri, in più ci sono Canadair italiani e francesi ma le fiamme sono fuori controllo.

La spiegazione che viene data di questi tempi, ora che le cicche di sigaretta e i fiammiferi sono un po' datati, è quella dei venti.
I venti renderebbero ingovernabile un incendio scoppiato in campagna nonostante la presenza di 400 persone delle istituzioni, diversi mezzi aerei, e molti semplici cittadini che difendono le loro case coraggiosamente.
Questo è un po' difficile da credere, soprattutto quando anche l'Italia, la Francia, la Spagna, la Turchia e il Portogallo, a volte in sincronia, hanno subìto roghi devastanti e difficili da estinguere.

Guarda caso, l'incendio che ha minacciato seriamente Marsiglia è stato provocato da militari, che hanno tirato dei razzi traccianti durante un'esercitazione, ovvero la miccia del poderoso rogo.

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