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Così si lamenta Livio Togni, che in un'intervista al Resto del Carlino tuona contro i nemici di sempre, e minaccia di richiamare l'attenzione delle istituzioni sui cattivi animalisti portando giraffe e elefanti nelle strade di Bologna, in modo da creare un mega-ingorgo stradale.
Giusto per fornire qualche esempio della profondità dei suoi pensieri, per il signor Togni "Oggi è diventato redditizio sparare contro il circo : dà visibilità e fa guadagnare" e continua dicendo "Basta guardare il bilancio della Lav (la lega antivivisezione,n.d.r.) : più di un milione di euro all'anno. Alcuni dirigenti di associazioni animaliste, poi oggi siedono in parlamento, quello italiano e quello europeo".
A parte l'ultima frase (sarebbe una gran bella notizia che nessuno sa, quindi il sig. Togni dovrebbe almeno fare qualche nome) il resto fornisce la misura dell'assoluta ignoranza in cui si muove il nostro manager ex-domatore di leoni, convinto che sia il potere delle "ricche" associazioni animaliste a muovere la gente contro il circo.
Non immagina, o fa finta di non immaginarlo, che le persone che hanno deciso di lottare contro il maltrattamento degli animali reso spettacolo non sono a libro paga di nessuno, e proprio questa è la loro forza.
Contrariamente a quanto viene fatto dalle "enterprise" dei circhi con animali, che ottengono fondi governativi piuttosto sostanziosi che non riceverebbero se gli animali non ci fossero, la maggior parte di quelli che il sig. Togni e gli altri della sua famiglia si trovano fra ai piedi non fanno parte di alcuna associazione, onlus o gruppo che dir si voglia. Non hanno alle spalle legali di fiducia in caso di problemi e rischiano in prima persona, sotto la pioggia o sotto al sole, in cambio di un bel nulla, visto che i soldi sono l'unico metro di giudizio per i manager.
Se avessero un altro metro di giudizio infatti si potrebbe parlare della grande soddisfazione, molto più appagante dei soldi, che si ottiene quando dopo molti sforzi si leggono articoli come questo, e ci si accorge che un sacco di granelli di sabbia fermano grandi ruote. Una domanda precisa però il giornalista poteva farla : "Signor Togni, perchè una tigre dovrebbe divertirsi ad andare in motocicletta?"
Questo il catenaccio che precede l'intervista :
Lo sfogo di Livio Togni, per 25 domatore di leoni e oggi manager circense
La minaccia è di quelle destinate a fare clamore : invadere le strade d'Italia con cortei di giraffe, elefanti e leoni. Il mondo del circo è in rivolta : l'Italia non lo vuole e lo discrimina, dicono coloro che con quest'arte ci campano. E allora a mali estremi, estremi rimedi. In gioco c'è la sopravvivenza stessa.
I circensi chiedono di essere riabilitati contro quella che viene definita una campagna di discriminazione e di calunnie che dipinge i circhi come luoghi di maltrattamento degli animali e che ottiene il risultato di spingere tanti comuni (tra cui Bologna, Pavia, Modena e Ferrara) a proibire gli spettacoli con animali sul proprio territorio.
L'appello con la minaccia di paralisi arriva da Bologna da parte di Gaetano Montico segretario nazionale dell'Anc (associazione nazionale circense), nonchè domatore e addestratore di animali esotici.
"In Italia - spiega - c'è una legge che tutela e disciplina i circhi e gli spettacoli viaggianti, ma non viene rispettata da tanti comuni che fanno delibere per non accoglierci. In altri paesi europei siamo accolti come artisti, in Italia siamo guardati come delinquenti. Ora basta : chiediamo il ripristino della legalità vogliamo essere ascoltati, altrimenti a ridosso del Natale faremo un maxi-intasamento stradale con i nostri animali". Montico ha anche querelato una conduttrice televisiva per diffamazione poichè avrebbe parlato male in tivù del circo. "Non può sparare sul mucchio e discriminarci tutti - dice - in casa mia abbiamo leoni e tigri dal 1875, sono cresciuto con loro".
Luca Goldoni - Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno
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27 novembre 2009
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