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28 ottobre 2012

GIROTONDO DEI LAKOTA SIOUX


Nel 1993 vennero a Milano i Lakota Sioux provenienti dalla riserva di Pine Ridge, guidati da Birgil Kills Straight. Mostrarono alla gente e alle scolaresche le loro danze, condivisero la loro cultura per piu' di una settimana. 
A conclusione dell'incontro era prevista una loro grande danza circolare, e invitarono a unirsi i collaboratori italiani che avevano partecipato all'evento. 
Il caso mi fece trovare per mano a una danzatrice Lakota, che avevo incontrato anche anni prima, alla mia sinistra, e con una ragazza italiana alla mia destra. Iniziò la danza in cerchio e la mia realtà cambiò all'istante: eravamo di nuovo collegati, vivi, accanto a persone speciali, e il mio cuore volò davvero alto come un falco.
Ma dopo pochi minuti la mano della danzatrice e la mia vennero afferrate da qualcosa che le prendeva, e le divideva con forza. Una milanese di mezz'età arrivata chissà da dove si era inserita violentemente nel cerchio, e in quel momento qualcosa si ruppe. 
Il danzatore che guidava con la voce e le movenze gli altri prese la via dell'uscita e il cerchio si dissolse, nello stupore della donna che esclamava "ma come sono appena entrata!!!!!"  Chissà se si sarà mai resa conto.... 
La lezione che ho imparato è che nessun wasichu sarà in grado di separarmi da quello in cui credo e per cui mi batto, anche se userà la violenza e l'ignoranza, se quando tutto sembra buio ricevo un messaggio come questo,  meraviglioso :

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 Da G. :
Si, S. è un cane speciale che sa farsi voler bene. E' un coccolone inverosimile,  anche se con le sue dimensioni spesso combina guai. In macchina lo portiamo abbastanza, adesso sale molto volentieri, poi ansima per tutto il viaggio, ma sta abbastanza bravo, però lo teniamo dietro con i sedili abbattuti e con la pastorina.
E' stato un aiuto unico con lei, giocano in continuazione, corrono e lui è la sua vittima.
S. è molto dominante, specie col cibo.
Io e mio figlio siamo molto contenti di averlo con noi.
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Mita kuye Oyasin.

24 dicembre 2011

AKUA TUTA


Akua Tuta (Take Care)
Be careful what you do
Be careful what you do with
the things that has given to you.

Be careful what you do the things which has helped you. Take care of our land.. Be careful what you do-- the way you were raised.. Take care of our grandfathers. Take care of our grandmothers too.. Take care of you children.. And your brothers and sister's children too..     

by songwind
SONG BY ROBBIE ROBERTSON

8 novembre 2009

RICORDANDO UN MONDO PIU' SANO




Pare che si viva in un mondo sempre pronto a riempirsi la bocca delle parole "tradizione" e "radici", riferendosi a simboli non sempre carichi di significati positivi.
Il circo con animali è "un'antica tradizione per i bambini", accoppare tori resi deboli in un'arena "un'antica tradizione nazionale", appiccargli il fuoco alle corna e farli correre fino alla morte "una tradizione paesana".
In feste e sagre in cui gli unici a divertirsi sono esseri umani talmente ubriachi da reggere in piedi a malapena, migliaia di animali soffrono e muoiono, per tradizione.

Per riuscire a galleggiare in questa immondizia morale che sale da ogni parte, è una medicina per l'animo ricordare che altri mondi sono esistiti e forse esisteranno nuovamente. Coloro che ci hanno trasmesso insegnamenti veramente importanti sono ancora lì nelle rocce, nella sabbia e nell'acqua, spiriti che soffiano nelle orecchie la verità delle cose, anche se apparentemente distrutti intorno al 1860.
Parlare dei nativi americani in generale è come parlare degli europei in generale, molte caratteristiche variavano da popolo a popolo, ma una costante piuttosto diffusa era il rispetto verso il mondo che li circondava, che osservavano con umiltà per apprendere le lezioni offerte.
Vi erano popolazioni nomadi dedite alla caccia e altre completamente differenti, perchè stanziali e dedite all'agricoltura.
Ma anche nella caccia vi erano regole precise, che permettevano di uccidere solo il giusto che serviva a vivere.
Dal libro : Shared Spirits di Dennis L. Olson

" Per i nativi americani, ogni pietra ogni pianta e ogni animale era un insegnante - un rispettato eguale i cui tratti unici diventavano un modello per gli esseri umani.
C'erano lezioni che dovevano essere imparate dalla vita selvaggia, dal potente bufalo all'umile topo, e la conoscenza acquisita da queste lezioni veniva trasmessa di generazione in generazione attraverso delle storie.


IL LUPO - MAESTRO DI SAGGEZZA

I nativi americani usavano ispirarsi al lupo come a un ideale, per mettere a fuoco le loro stesse limitazioni , come la paura del buio. Senza il lupo come insegnante nella caccia, i nativi pensavano che avrebbero combinato ben poco. Il lupo ha insegnato il valore della cooperazione e della famiglia allargata, della fiducia reciproca che è alla base della vita di un popolo.
Essi guardarono raramente al lupo come a un competitore, o un nemico. Anzi la presenza del lupo era un buon segno: il buon cacciatore osservava il lupo per capire i segni dei bisonti o dei cervi che arrivavano nell'aria, e non avrebbe mai ucciso senza offrire un po' di carne in dono al suo "assistente". Tanto tempo fa, esseri umani e lupi realizzarono la loro fratellanza, e decisero per una tregua. I lupi la stanno ancora osservando. Blackfoot e Lakota credevano che un'arma che avesse ucciso un lupo non avrebbe mai più sparato dritto."