30 agosto 2009
THE COVE - IL SEGRETO STERMINIO DEI DELFINI
Ric O'Barry era un famoso addestratore di delfini; negli anni '60 ne catturò 5 e li fece diventare attori della famosa serie "Flipper".
Approfondendo la conoscenza di questi animali, il sentimento di O'Barry nei loro confronti cambiò radicalmente. Si accorse che erano estremamente intelligenti, sensitivi, e con una grande coscienza di sè. Pensò che il loro posto era il mare aperto, e non avrebbero più dovuto essere soggetti alla cattività per il divertimento degli esseri umani.
La sua missione lo portò a Taiji, una città sulla costa giapponese apparentemente devota alle meraviglie del mare, dove i turisti possono fare il bagno coi delfini e le balene si fanno vedere vicino alla costa.
Ma da quelle parti, recintata da filo spinato e da cartelli di divieto d'accesso c'era una piccola baia che nascondeva un segreto di morte. Protetti dall'oscurità notturna i pescatori di Taiji la utilizzavano per un tipo di caccia ai delfini mai vista al mondo, estremamente cruenta. Sbattendo tutti insieme i remi sull'acqua creavano un forte rumore che terrorizzava i branchi di passaggio, e i delfini venivano convogliati nel vicolo cieco della baia, dove in pochi minuti l'acqua si tingeva di rosso.
O' Barry decide di radunare un po' di persone che possano condividere il suo progetto: operatori del suono e cameramen esperti di riprese sott'acqua, artisti degli effetti speciali, esploratori marini, subacquei di diverse parti del mondo, tutti disponibili a infiltrarsi nella baia "off limits" per filmare e documentare lo sterminio dei delfini, con il rischio di essere arrestati dal solerte capo della polizia locale che era sempre sulle loro tracce, o di essere massacrati dai pescatori locali.
Oltrepassano gli sbarramenti di notte, sfidando guardie private, polizia e cani da guardia. Per riuscire a riprendere le mattanze senza essere visti devono rimanere sempre nei fondali.
Il risultato di questa ricerca di verità si intitola "The Cove", documentario che ha già ottenuto diversi riconoscimenti tra cui il premio del pubblico al Sundance Festival di quest'anno. Un film che unisce il giornalismo investigativo all'attivismo animalista, girato da persone seriamente motivate a rendere pubblico uno scempio tenuto segreto, dietro al quale prospera l'industria dell'entertainement mondiale (i delfini vengono catturati per i vari parchi acquatici del mondo) e l'industria alimentare (nonostante il quantitativo enorme di mercurio concentrato nella loro carne, tossico per gli esseri umani, i delfini vengono mangiati in tutto il Giappone).
Il regista - Louie Psihoyos - è uno dei migliori fotografi del mondo. Nel 2005 ha creato insieme a Jim Clark "The Oceanic Preservation Society" (OPS), un'organizzazione no-profit che focalizza l'attenzione dei media e del pubblico sulle bellezze e sulle distruzioni che avvengono negli oceani.
Così inizia il trailer : "...Durante l'epoca dell'Antica Grecia esisteva la pena di morte per chi feriva un delfino. Dove sarà finito quel rispetto?.."
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29 agosto 2009
CONSIDERAZIONI SULL'ALLEVAMENTO GUBERTI
I media avevano parlato diffusamente dell'allevamento di cani di razza Pointer del veterinario Guberti alla fine dello scorso anno. In questo girone infernale in provincia di Ravenna erano finalmente entrate le istituzioni, e avevano trovato un vero e proprio lager, dove non c'era nè cibo ne acqua, e le femmine partorivano in mezzo agli altri cani. Se erano brave a proteggerli bene, sennò i cuccioli venivano subito sbranati dagli adulti.
Quelli che riuscivano a sopravvivere in queste condizioni, feriti dalle continue lotte per il cibo, mangiando carne imputridita e fango, erano i Pointer "selezionati dalla natura", i migliori.
Un articolo precedente è a questo indirizzo http://animalinliberostato.blogspot.com/2009/01/benvenuti-al-pointer-club-da-guberti.html
Un aspetto strano, fra i tanti di questa vicenda, è la stima che riscuote il Dr. Guberti fra le varie realtà cinofile, compreso l'ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) ovvero il massimo organismo per gli allevatori in quanto stabilisce i criteri di razza pura, rilascia i pedegree, indìce concorsi e compagnia bella. L'ENCI incomincia a mostrarsi critica nei suoi confronti solo a fine 2008, quando il bubbone è scoppiato a livello nazionale.
Il secondo aspetto strano è che i metodi di allevamento del Dr. Guberti erano già noti alla giustizia, infatti già nel 2003 viene processato per maltrattamento di animali, ma viene assolto con formula piena, soprattutto grazie alla perizia del Preside della facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Bologna.
E qui sale la curiosità di sapere chi sarà mai questo pezzo da novanta che ha dichiarato nella sua relazione la buona salute dei cani "ospitati" nell'allevamento dal poetico nome "Del Vento", confermando che i Pointer non sono razze da salotto, sennò come diventano campioni?
Pointer dell'allevamento Del Vento tra quelli più presentabili
L'ex Preside della facoltà di Veterinaria si chiama Stefano Cinotti ed è un ricercatore, il suo curriculum è pubblico pertanto viene riportato anche qui :
Nome: Stefano
Cognome: Cinotti
Istituto d’appartenenza: Università degli Studi di Bologna Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria
Disciplina di specializzazione: Medicina Veterinaria
Curriculum Laureato con lode in Medicina Veterinaria a Bologna nel 1974
Ufficiale Medico Veterinario nel periodo maggio 1975 maggio 1976
Dipendente Alimenti Purina 1976-1977
Veterinario Interno nel Consorzio di Comuni Monzuno Loiano 1977-1978
Assistente Ordinario Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna 1978-1985
Professore Associato di Clinica Medica Veterinaria 1985-1994
Professore Ordinario di Clinica Medica e Medicina Legale dal 1994
Direttore del Dipartimento Clinico Veterinario 1998-2000
Responsabile del Servizio Veterinario Centralizzato per la protezione degli Animali Utilizzati a fini sperimentali dell'Università di Bologna dal 1993
Membro del Consiglio Superiore di Sanità dal 1996
Direttore dell'Istituto Nazionale per la Fecondazione Artificiale degli Animali Domestici dal 1999
Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria dal 2000
Membro Corrispondente dell'Accademia delle Scienze - Istituto di Bologna dal 2003
Membro del Panel Scientifico EFSA (European Food Safety Autority) dal 2003
Grazie a questo sostanzioso curriculum il prof. Cinotti è riuscito a sbaragliare 23 candidati e ad arrivare alla nomina di Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia nel 2007.
Succede quindi che una persona con un tale incarico incontri prima o poi L’On. Martini, sottosegretario del ministro della lavoro, della salute e delle politiche sociali, per esempio al battesimo di una piattaforma per un corso universitario on-line, e che si stringano simpatie e alleanze senza sapere a chi si sta stringendo la mano.
Soprattutto quando subentra un terzo aspetto strano nella vicenda, che riguarda i Pointer selezionati da una vita infame per diventare campioni. Sarà che nell'immaginario pubblico un campione ha innanzitutto caratteristiche fisiche e psichiche notevoli, ma sicuramente non è ferito, emaciato, stremato. Chi e dove avrebbe un giorno usufruito di animali talmente patiti da rischiare di essere squilibrati? Ma soprattutto...erano gli animali a interessare o solo il corredo genetico che si sarebbe potuto utilizzare dai sopravvissuti?
A questo link i Pointer com'erano, e come sono diventati oggi in seguito all'intervento di Animal Liberation http://www.animalliberation.it/allevamentoguberti.html
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25 agosto 2009
API CONTRO VESPE
AGGIORNAMENTO 28 AGOSTO : siamo ritornati a visitare l'alveare e non esiste più niente.
Spostando un pezzetto di legno all'entrata di quello che fino a ieri era il loro rifugio, nell'incavo di un albero, abbiamo trovato tracce bianche di consistenza schiumosa, con un cattivo odore di composto chimico.
Evidentemente il grand'uomo che le ha inondate di insetticida non aveva il coraggio di fare una cosa simile quando erano in tante. Non poteva avvicinarsi più di tanto.
Ma quando le ha viste decimate e stremate dalla lotta contro le vespe ha "trovato il coraggio" di avvelenarle.
Speriamo solo di non conoscerlo mai nè che incroci mai il nostro cammino perchè non rispondiamo delle nostre reazioni.
C'era una volta, in un parco di città, uno sciame d'api che non dava fastidio a nessuno
In un parco di città, nell'incavo di un albero, vive da qualche anno uno sciame di api, forse fuggite a qualche allevamento.
Con un retino per pesci sono state catturate e uccise diverse fameliche vespe, e va precisato che durante l'operazione contro le vespe le api sono state estremamente tranquille nei nostri confronti, nonostante i movimenti davanti al loro alveare, ma l'alveare è seriamente compromesso, gli individui presenti sono drasticamente diminuiti, anche perchè non si sa da quanti giorni andava avanti questa predazione.
I commenti dei passanti : "e meno male che le vespe le ammazzano, se andava lì un bambino veniva punto....ma se adesso le vespe prendono il loro posto?..."
Ma andate aff........!!!
“Se l ’ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non rimarrebbero che quattro anni di vita ” (Albert Einstein)
24 agosto 2009
LA GRECIA VA A FUOCO, ATENE IN PERICOLO
Questo blog è vicino ai cittadini greci che stanno lottando con tutte le loro forze per fermare il fronte di fuoco, che dopo due giorni di distruzione di boschi, uliveti e case è arrivato a pochi chilometri da Atene. Non ci sono parole per immaginare cosa voglia dire trovarsi là in questo momento, e l'unica cosa possibile è esprimere il proprio dolore per una terra martoriata nuovamente a distanza di due anni.
Si devono trovare le parole invece per domandarsi come mai tutti questi incendi in Europa, sempre più violenti.
Quando iniziarono gli incendi italiani, negli anni 70 e 80 venivano attribuiti agli speculatori immobiliari, che avrebbero trovato strada facile per costruire sui terreni disboscati dal fuoco.
Le forze dell'ordine trovavano a volte il "piromane", che spesso aveva in tasca una scatola di fiammiferi e stranamente ancora più spesso aveva una certa età.
Ma oggi come si può pensare che una sigaretta o un fiammifero buttato in un bosco possano scatenare le devastazioni a cui stiamo assistendo?
Bisogna essere veramente ingenui per non accorgersi del fattore che accomuna tutti gli incendi europei degli ultimi anni: che sono inspegnibili.
In Grecia da più di trenta ore stanno lavorando senza chiudere occhio 400 pompieri, in più ci sono Canadair italiani e francesi ma le fiamme sono fuori controllo.
La spiegazione che viene data di questi tempi, ora che le cicche di sigaretta e i fiammiferi sono un po' datati, è quella dei venti.
I venti renderebbero ingovernabile un incendio scoppiato in campagna nonostante la presenza di 400 persone delle istituzioni, diversi mezzi aerei, e molti semplici cittadini che difendono le loro case coraggiosamente.
Questo è un po' difficile da credere, soprattutto quando anche l'Italia, la Francia, la Spagna, la Turchia e il Portogallo, a volte in sincronia, hanno subìto roghi devastanti e difficili da estinguere.
Guarda caso, l'incendio che ha minacciato seriamente Marsiglia è stato provocato da militari, che hanno tirato dei razzi traccianti durante un'esercitazione, ovvero la miccia del poderoso rogo.
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23 agosto 2009
ANIMALI DEL TERREMOTO D'ABRUZZO
Continuiamo a divulgare segnalazioni di smarrimento/ritrovamento provenienti dalle zone colpite dal terremoto.
Associazioni e persone provenienti da tutta Italia e anche dall'estero hanno voluto aiutare gli animali trovati vaganti prendendoli temporaneamente in affido ma portandoli purtroppo anche molto lontano dalla loro casa.
Inoltriamo schede segnaletiche A TUTTI I NOSTRI CONTATTI IN ITALIA nella speranza di poter contribuire a RICONGIUNGERE animali e persone.
Ricordiamo che abbiamo istituito una sezione apposita dedicata agli animali de l'Aquila al link: http://www.animalipersieritrovati.org/abruzzo.shtml
Grazie a tutti!
Il Team di Animali Persi e Ritrovati
http://www.animalipersieritrovati.org/http://www.aper.info/http://animalipersieritrovati.blogspot.com/
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IL MEDITERRANEO E' DIVENTATO UN ENORME CIMITERO
Dall'Eritrea alla Libia avevano già compiuto un lungo viaggio, che a occhio sulla cartina potrebbe essere come dalla Sicilia alla Danimarca. Magari l'ultimo tratto sembrava un percorso più breve e semplice rispetto a quello già fatto, forse avevano acqua e viveri sufficienti per pochi giorni, o forse niente.
Magari qualcuno si è "dimenticato" di avvisarli che le correnti marine e i venti, nello stretto di Messina, sono parecchio forti e arrivano praticamente sempre da Nord Ovest verso Sud Est. Occorre tenere conto di questo per mantenere la rotta, in un mare tanto frequentato da ogni tipo di imbarcazione dove la morte di 70 o 1000 persone ormai non fa più notizia.
Oggi si lavora per installare - o forse sono già perfettamente funzionanti - sofisticati sistemi radar che individuano il clandestino che evade dalla disperazione della sua terra.
Invece una barca persa in mezzo al mare non viene rilevata da alcun sistema: dobbiamo augurarci che su questi mezzi non vengano mai trasportati materiali pericolosi invece di inermi esseri umani.
Al mondo ormai c'è troppa gente costretta a scegliere la morte migliore, invece della vita migliore. Rimanere nel proprio paese dissanguato, in lotta, depredato, o partire per dove? Nel Paese confinante dove vige la guerra civile da 40 anni? Oppure nell'altro Paese confinante in ginocchio per le continue siccità?
Rimane solo il dorato occidente, dove si cerca di arrivare rischiando la vita propria, dei propri bambini piccoli o ancora in pancia, e questa non si chiama scelta ma condanna.
I soliti pochi sanno cosa diventerà fra qualche anno l'Eritrea : forse un'enorme area di coltivazione dell'olio di cocco, o forse una grande discarica di rifiuti tossici. Certo mantenere in guerra e in povertà diverse aree del mondo rende molto in termini economici.
Anche in altre parti del pianeta si sta cercando di fare tabula rasa delle risorse naturali, distruggendo la vegetazione e gli animali, obbligando gli indigeni ad accettare trattati in cui vige l'obbligo di industrializzare i prodotti della terra, creare catene di montaggio produttive come già esistono nel nostro mondo "civilizzato".
Sono trattati a cui " non si può dire di no", e proteggere la propria terra equivale a morire sparati, gettati nei fiumi dagli elicotteri, scomparire.
Da sempre anche in Italia esistono forme molto più blande di questa distribuzione delle risorse in cui chi le produce non ne usufruisce : provate a cercare di comprare il pesce in Calabria, nella terra dove lo si pesca viene venduto tutto al ricco nord. Il meccanismo predatorio che si nasconde dietro alle guerre e ai colpi di stato parte dallo stesso principio, e per quanto le multinazionali usino parole suadenti, di queste hanno bisogno per impedire che le ricchezze rimangano a disposizione di chi ci vive sopra, vedi platino, oro, caffè, petrolio.
Per come sta andando il pianeta, ci saranno sempre più clandestini in tutte le aree del pianeta, gente che fugge dalla propria terra derubata e insanguinata (19.ooo soldati Eritrei morti nel 1998 nella lotta contro l'Etiopia) per diventare cibo per i pesci, o se "fortunata" finire in qualche prigione europea per aver commesso un reato.
Da http://it.peacereporter.net/
"...Sono arrivati in cinque. Erano ischeletriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il barcone era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su barche così. Affastellati uno sull'altro come bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull'acqua. E dunque quel barcone vuoto, con cinque naufraghi appena, è stato il segno della tragedia...."
21 agosto 2009
Le tendenze sadomaso si riflettono sui cani ?
Chi ha avuto cani negli ultimi 30 anni sa bene che negli ultimi tempi le cose sono molto cambiate. Non c'è mai stata in Italia la paranoia diffusa di questo ultimo decennio, in cui da fedele amico e aiutante della specie umana il cane si è trasformato in killer di bambini, donne e anziani.
Il più delle volte l'informazione generica dei giornali e della TV ha fatto passare l'immagine del cane pazzo - o del branco - che attacca senza ragione, salvo poi cambiare la versione dei fatti qualche tempo dopo, ovvero dopo aver sbattuto il mostro in prima pagina.
Non abbiamo più saputo com'è andata a finire la vicenda del bimbo siciliano, sbranato dal branco affamato che veniva "curato" dal fratello, chissà per conto di quale "famiglia".
Nè abbiamo saputo che fine hanno fatto i 2 pitbull di quel pregiudicato campano che li teneva tutto il giorno legati nell'ingresso dell'appartamento, finchè hanno sbranato sua madre.
E nemmeno sappiamo se è stata giudicata la nonna del nord che ha lasciato il nipotino neonato sull'erba, alla mercè di due cani da guardia che passavano il loro tempo chiusi in gabbie e venivano liberati alla sera. Tanto poco socievoli da avere una bella targa di avviso sulla porta di entrata della villa.
Questo terrorismo psicologico ormai trova spazio con cadenza regolare nell'informazione, e viene il dubbio che sia particolarmente pompato per allontanare il più possibile l'essere umano dal mondo naturale, o almeno quello che gli resta.
Non vi sono molte specie animali disposte a condividere lo spazio con gli esseri umani; la maggior parte di loro prova paura al minimo contatto. Rimane solo da tagliare le comunicazioni con quelli più "domestici" per fare dell'uomo un essere solo.
Ad aiutare questo clima di rigidità nei confronti degli animali , sono state sventolate a destra e a manca leggi che impongono guinzaglio e museruola alle cosiddette "razze pericolose".
Esistono proprietari di cani estremamente ligi nel rispetto di queste cretinate.
Allora può capitare di vedere un povero meticcio, con gli occhi buoni da bue, ma con una vaga assomiglianza con un pitbull, bardato di tutto punto con tutti gli optional, e questo non è un bello spettacolo.
Occorre ricordare ai ligi padroni di codesti cani che una settantina di anni fa esistevano altrettante leggi, assai poco intelligenti e portatrici di morte. Insomma non basta essere legge per parlare automaticamente di giustizia.
Sempre ai ligi padroni va detto che proprio la prigione quotidiana che comprime ogni senso, emozione, condivisione, rende gli animali pazzi esattamente come gli esseri umani.
Le persone fanno jogging, vanno al mare. nei parchi naturali, nei laghi...ovunque si appropriano dello spazio come se fossero i padroni del mondo. Dimenticando che una gran parte di quello spazio non appartiene a loro.
C'è da chiedersi se questo mascherare il proprio cane con mille lacciuoli non vada a compensare una qualche frustrazione che non si vuole confessare a sè stessi : un'incoffessabile tendenza sadomaso da spostare sull'essere più indifeso e silenzioso della famiglia.
Perchè ci vuole una mente contorta davvero nel pensare che un animale sociale quale è il cane possa vivere 10 ore al giorno in casa da solo , uscire con guinzaglio e museruola, fare la pipì in 10 metri quadrati di area cani dove l'erba è un antico ricordo, e tornare a casa a dormire.
La rimostranza più consueta è che "molte persone hanno paura dei cani".
Strano che non abbiano più paura delle automobili, che fanno molti più morti.
Ma queste persone che hanno paura dei cani cosa pensano di trovare in un giardino pubblico? La moquette?
Non ci sono già abbastanza luoghi dove le persone timorate della natura (e sono molte, tremebonde di fronte a tutto) potrebbero andare ? Cinema, doposcuola, palestre, feste di compleanno, teatri, centri commerciali, mostre, fiere e chi più ne ha più ne metta. Perchè venire proprio nell'unico luogo dove gli animali possono fare amicizia e giocare in pace, ovvero nel giardino pubblico?
PS - Naturalmente ogni cane è diverso dall'altro ed è compito del tutore umano conoscere e prevenire i problemi causati da una scarsa comunicazione: per esempio un cane che ha avuto l'imprintig di crescere in un'area recintata insieme ad altri cani, una volta in territorio aperto può avere meno "pazienza" nei confronti delle esternazioni umane, come gli abbracci o i baci, diversamente da un cane cresciuto da subito in casa.
13 agosto 2009
Lucertole
Mentre camminiamo nei nostri quartieri cementificati, magari non sappiamo che trenta o quaranta anni prima lì scorreva un fiumiciattolo, con le sue rane, grilli, lucciole. La sensazione che a volte si prova in questi quartieri è che siano disabitati, in qualche modo vuoti, nonostante le persone: nessun grillo a consolare col suo canto nelle notti afose, nessun fruscio improvviso nell'erba al passaggio del piede umano, nessuna bava di lumaca lasciata su un muro in una serata umida.
Qualche anno fa in uno di questi quartieri anche le lucertole a un certo punto sparirono, o almeno diventarono così poche da non essere più visibili. I gatti presenti nei vari cortili contribuivano alla selezione della specie, anche se probabilmente i pesticidi usati da chi curava il verde erano il motivo principale. Ma...
Un giorno, tornando da Reggio Calabria ne trovammo una in aeroporto, girovagava tra i bagagli con un nodo di polvere e peli che si trascinava alle zampe posteriori. Forse una curiosona entrata durante l'apertura delle porte automatiche. Decidemmo di imbarcarla con noi in un bicchierino di plastica, e la hostess la guardò con un senso di ribrezzo stampato su tutta la faccia.
Dopo un inizio tranquillo con apparente addormentamento, forse il calorino sprigionato dalle varie mani fece riprendere all'improvviso la lucertola dall'intontimento. Con un balzo saltò fuori dal bicchierino, seminando il panico tra tutte le commari e cumpari che la attorniavano. Per fortuna non era tornata completamente in sè, e dopo pochi minuti veniva riacciuffata, nella riprovazione generale.
Il comandante volle spiegazioni e all'arrivo trovammo un comitato d'accoglienza della sicurezza che volle altre spiegazioni, ma ci atteggiammo a quelli che avevano recuperato una lucertola che vagava pericolosamente in aeroporto, e finì tutto senza multa. L'immigrata venne liberata dopo qualche giorno di riposo, ma deve essersi ambientata bene.Oggi che le lucertole in giro sono tornate ad essere parecchie, ci chiediamo se l'iniezione di sangue calabro ha contribuito allo sviluppo!
Come molti altri animali ritenuti poco intelligenti o comunicativi per il loro aspetto fisico (ma forse è l'uomo che non riesce a capire!), hanno invece delle caratteristiche molto particolari che li fanno assomigliare ai gatti quando cacciano la preda, e se si fidano dell'ambiente che "frequentano" arrivano a sviluppare confidenza e abitudine nei confronti dell'essere umano. Allora il loro passo non è più quello di corsa disperata per scappare dal pericolo, ma diventa la tranquilla passeggiata che li fa sembrare dinosauri in miniatura , la stessa sensazione di sguardo a un passato remoto che si ha nel guardarle negli occhi.
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5 agosto 2009
PEGGY E RAMBO RUBATI A MILANO, FORSE PER COMBATTIMENTI
Questo è un appello da diffondere il più possibile via internet.
La notte tra il 4 e il 5 agosto sono stati rubati nella zona nord di Milano una pitbull di 8 anni bianca e nera e un rottweiler di 9 anni, ambedue microchippati.
Se qualcuno li avvistasse è pregato di
telefonare ai seguenti numeri
335 5893097
349 0581076
393 9161749
Purtroppo è possibile che vengano destinati ai combattimenti. Rispondono al nome di Peggy e Rambo.
2 agosto 2009
I PULCINI DELLA STAZIONE DI BOLOGNA
Sperando con fiducia che questo ricordo passerà ai loro figli finchè la verità non verrà fuori, prima o poi.
Quasi tutti i giorni nella stazione di Bologna, in uno spazio al termine dell'edificio attiguo al primo binario, attendevano di essere trasportati sui treni decine e decine di scatoloni di cartone pigolanti, ognuna con svariati fori intorno. I bambini che passavano di lì in genere si fermavano e infilavano le dita in questi buchi, e all'interno un mucchio di pulcini becchettavano le loro dita.
Penso spesso anche a questi pulcini durante gli anniversari della strage, li immagino saltare per aria insieme ai bambini, alle mamme, ai fratelli, tutti ignari allo stesso modo. Il ristorante della stazione era un punto di ritrovo per molti bolognesi, non solo un luogo di passaggio, perchè si mangiava bene a prezzi buoni.
Una bomba oltre ai luoghi e alle persone spazza via interi modi di vivere, e la sua ripercussione non si ferma al momento dell'esplosione.
Ogni anno il 2 agosto si sente ancora.
AGGIORNAMENTO 4 LUGLIO 2009
C'è chi nel governo minaccia di togliere le celebrazioni istituzionali della strage di Bologna se proseguiranno i fischi e le polemiche ad ogni suo rappresentante che parla alla folla il 2 agosto di ogni anno. Quindi perchè il prossimo anno non far parlare Andreotti e Cossiga? ( in veste di decani delle poltrone romane anche se ormai a riposo). Allora sì che l'attenzione sarebbe al massimo, e nessun fischio si leverebbe a coprire le parole tanto attese. Perchè qualcosa da dire ce l'hanno di sicuro.
Anche se l'aspettativa di certo verrebbe stroncata dalla continua e vuota ripetizione della parola "terrorismo" nella quale si nasconde pressochè ogni cosa. Perchè il terrorismo che non ha passato nè futuro, creato volta per volta a seconda delle necessità, ormai è un concetto che fa acqua da tutte le parti.
LE VITTIME
ANTONELLA CECI anni 19
ANGELA MARINO "23
LEO LUCA MARINO " 24
DOMENICA MARINO " 26
ERRICA FRIGERIO IN DIOMEDE FRESA " 57
VITO DIOMEDE FRESA " 62
CESARE FRANCESCO DIOMEDE FRESA " 14
ANNA MARIA BOSIO IN MAURI " 28
CARLO MAURI " 32
LUCA MAURI " 6
ECKHARDT MADER " 14
MARGRET ROHRS IN MADER " 39
KAI MADER " 8
SONIA BURRI " 7
PATRIZIA MESSINEO " 18
SILVANA SERRAVALLI IN BARBERA " 34
MANUELA GALLON " 11
NATALIA AGOSTINI IN GALLON " 40
MARINA ANTONELLA TROLESE " 16
ANNA MARIA SALVAGNINI IN TROLESE " 51
ROBERTO DE MARCHI " 21
ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI " 60
ELEONORA GERACI IN VACCARO " 46
VITTORIO VACCARO " 24
VELIA CARLI IN LAURO " 50
SALVATORE LAURO " 57
PAOLO ZECCHI " 23
VIVIANA BUGAMELLI IN ZECCHI " 23
CATHERINE HELEN MITCHELL " 22
JOHN ANDREW KOLPINSKI " 22
ANGELA FRESU " 3
MARIA FRESU " 24
LOREDANA MOLINA IN SACRATI " 44
ANGELICA TARSI " 72
KATIA BERTASI " 34
MIRELLA FORNASARI " 36
EURIDIA BERGIANTI " 49
NILLA NATALI " 25
FRANCA DALL'OLIO " 20
RITA VERDE " 23
FLAVIA CASADEI " 18
GIUSEPPE PATRUNO " 18
ROSSELLA MARCEDDU " 19
DAVIDE CAPRIOLI " 20
VITO ALES " 20
IWAO SEKIGUCHI " 20
BRIGITTE DROUHARD " 21
ROBERTO PROCELLI " 21
MAURO ALGANON " 22
MARIA ANGELA MARANGON " 22
VERDIANA BIVONA " 22
FRANCESCO GOMEZ MARTINEZ " 23
MAURO DI VITTORIO " 24
SERGIO SECCI " 24
ROBERTO GAIOLA " 25
ANGELO PRIORE " 26
ONOFRIO ZAPPALA' " 27
PIO CARMINE REMOLLINO " 31
GAETANO RODA " 31
ANTONINO DI PAOLA " 32
MIRCO CASTELLARO " 33
NAZZARENO BASSO " 33
VINCENZO PETTENI " 34
SALVATORE SEMINARA " 34
CARLA GOZZI " 36
UMBERTO LUGLI " 38
FAUSTO VENTURI " 38
ARGEO BONORA " 42
FRANCESCO BETTI " 44
MARIO SICA " 44
PIER FRANCESCO LAURENTI " 44
PAOLINO BIANCHI " 50
VINCENZINA SALA IN ZANETTI " 50
BERTA EBNER " 50
VINCENZO LANCONELLI " 51
LINA FERRETTI IN MANNOCCI " 53
ROMEO RUOZI " 54
AMORVENO MARZAGALLI " 54
ANTONIO FRANCESCO LASCALA " 56
ROSINA BARBARO IN MONTANI " 58
IRENE BRETON IN BOUDOUBAN " 61
PIETRO GALASSI " 66
LIDIA OLLA IN CARDILLO " 67
MARIA IDRIA AVATI " 80
ANTONIO MONTANARI " 86