28 aprile 2010

L'INTERESSE ECONOMICO LEGATO ALLA VIVISEZIONE / SARDEGNA

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Sembra brutto ritornare a parlare delle stesse Regioni, come se fossero peggiori rispetto ad altre nel considerare le istanze animali e ambientali.

Purtroppo la Sardegna è una regione molto famosa nel mondo del volontariato animalista : internet è piena di casi di maltrattamenti, uccisioni efferate, abbandoni avvenuti in quella terra.
Troppi sono gli animali rinvenuti in uno stato irriconoscibile a causa della sofferenza subìta, sotto gli occhi indifferenti degli abitanti dei paesi, ma anche delle famose località turistiche.

Molte critiche rivolte in genere al volontariato animalista sono giuste :
è un movimento emotivo, soggetto alle limitazioni e alle debolezze. Gran parte dell'attività è spinta da un atteggiamento soggetto ad emozioni come l'amore, la pietà e la rabbia.

E' quindi senza alcuna emozione nè accanimento che si prenderanno in considerazione le scelte di alcune regioni italiane, che al sud come al nord stanno attuando progetti che toccano da vicino noi, scalcinati animalisti. Come la Sardegna, che sta remando per arrivare ai primi posti nel business della sperimentazione animale.

Oggi molti nomi sono cambiati, e anche la figura del vivisettore ha rinnovato la facciata. Spesso si chiama "principal investigator", dirige un progetto o più progetti finanziati da soldi pubblici o privati, e il suo compito è far produrre buoni risultati da riportare ai finanziatori del suo lavoro.

Naturalmente anche i luoghi sono cambiati, e se nella mentalità comune le campagne sarde sono legate alle tradizioni dei pastori e dei mammutones, occorre dire che alcune si sono trasformate in avveniristici luoghi per la ricerca e la sperimentazione, benedette dalle istituzioni in coro, che hanno nomi come "Distretto tecnologico della biomedicina e delle tecnologie per la salute" oppure "Parco Tecnologico Sardegna Ricerche" .

Le parole d'ordine, in genere tradotte più in inglese che in sardo, sono "strategia", "sviluppo" e soprattutto "attirare capitali" che è la parola più amata in assoluto. Così la Sardegna si scopre una Regione dalle mille possibilità nel campo della ricerca, e crea alleanze con le importanti realtà dell'industria e dei comitati farmaceutici. In fondo non è così strano che una Regione con un passato militarizzato si sia convertita alle ricerche biotecnologiche...

Comunque, l'avventura che dovrebbe lanciare la Sardegna nell'iperspazio sembra iniziare nei primi anni del 2000, e si concretizza a fine 2006, quando la Giunta della regione autonoma Sardegna delibera la costituzione di una società a responsabilità limitata a capitale pubblico, la Fase Uno Srl, il cui scopo in parole povere è lanciare i servizi della Sardegna in questo ambito: laboratori e animali bell'e pronti, ma perfino persone.

Viene nominato come amministratore unico il Dott. Francesco Marcheschi ; nel collegio sindacale il Dott. Giuseppe Biondo, il Dott. Luciano Ledda, il Dott. Attilio Lasio, il Dott. Angelo Capula e il Rag. Pietro Soru. Nel comitato scientifico vengono nominati il Prof. Giovanni Biggio, il Prof. Antonio Cao, il Prof. Gianfranco Gensini, il Dott. Nello Martini; il Dott. Luca Pani e il Prof. Guido Rasi. (DELIBERAZIONE N. 49/1 DEL28.11.2006)

Conoscere il capitale della Fase Uno srl non è facile, certamente sembra un'impresa in cui girano parecchi soldi. D'altronde i programmi quadro della Comunità Europea continuano a pompare finanze in questo ambito, cercando di attrarre anche i giovani che intendano avviare un'attività che coniughi la ricerca e l'impresa.

Perchè dovunque ti giri, alla fine questo è il senso del messaggio "competenze scientifiche & competenze d'impresa", "pulsione innovativa & impresa", come Cip e Ciop, Stanlio e Olio, la bruschetta e il vino rosso.

Argomenti divulgati da riviste patinate come Capital, dove la svolta sarda nel "biotech" viene applaudita con questa frase : "Nelle nuove tecnologie si nasconde la chiave del rilancio economico sardo."
La giornalista che firma il pezzo nomina fra le varie eclatanti realtà la PharmaNess ; una scelta molto discutibile, visto che nel sito di questa società si legge chiaramente :

"PharmaNess mette a disposizione una vasta gamma di servizi per il drug discovery & developement personalizzabili secondo le esigenze del cliente. I servizi offerti consentono di coprire la maggior parte delle fasi precliniche dello sviluppo di un farmaco grazie alle diverse metodiche analitiche e ai numerosi modelli animali disponibili ( ndr-ratti, topi, cavie, conigli e rane) " http://www.pharmaness.it/code/pagine/id/5/LINGUA/IT

Forse non occorre essere particolarmente emotivi per immaginare la vita di un animale in uno stabulario, comunque è spiegata perfettamente all'indirizzo http://www.pharmaness.it/code/pagine/id/17/LINGUA/IT dove viene illustrato il "servizio" mantenimento animali da vivisezione. Occorre leggerla pensando a quello che si legge, valutando numeri, tempi, modi, per immaginare davvero bene ciò che avviene agli animali negli stabulari mentre fuori dal lager esiste "la selvaggia e incontaminata natura sarda" In questa piccola immagine come appare PharmaNess:



2 commenti:

stella ha detto...

in nome della scienza torturano gli animali.noi li chiamiamo criminali bastardi vivisettori.noi animalisti non vi daremo tregua.

manuskapan ha detto...

Sono d'accordo con te Stella