16 novembre 2009

PER TIRARE LE SOMME SULL’ANIMALISMO

L’ordinanza sul maltrattamento animale di cui si è parlato in questi giorni, firmata da Francesca Martini, si dice che sia vecchia di 20 anni. Un’ordinanza che avremmo dovuto recepire il secolo scorso quindi, ma come al solito l’Italia ha preso il suo tempo.Tra i vari punti appare quello che autorizza la presenza e l’opera nei canili alle associazioni registrate, negando di fatto l’accesso a tutte quelle realtà indipendenti che hanno seguito fino a oggi gli animali senza essere organizzati in associazione o onlus. Forse prima dei prossimi 10 anni ci saranno commenti su queste scelte da parte delle persone coinvolte…chissà!

Non è una novità che il mondo animale interessi così poco al mondo politico. Sinistra, centro o destra fanno a gara nel ritenerlo un argomento di serie B, buono per strappare una lacrimuccia con le storie degli animali che salvano i padroni dagli incendi, dai crolli nei terremoti, o dalla depressione. Forse per riempire gli spazi vuoti nelle pagine, visto che proprio tra le forze di centro-destra vi sono i più numerosi rappresentanti dei gruppi interparlamentari per la caccia.

Un sostanzioso motivo di interesse da parte del mondo politico è il numero di voti raggranellabili nei circuiti animalisti, collegati sul web in reti che vanno da Trapani a Trento e ad Aosta. Nella valle desolata dell’interesse istituzionale per questi argomenti, a un onorevole oggi basta sbilanciarsi un attimo a favore della causa animalista per essere incoronato “protettore degli animali”.

Oggi probabilmente esistono realtà diverse da quelle di 20 anni fa, ma quelle che sono alla base del traffico clandestino di animali; delle corse, combattimenti e scommesse clandestini; delle sperimentazioni negli allevamenti; dei canili lager, esistono sempre. E sono legate alla criminalità organizzata, cronaca nera non rosa. La stessa criminalità che stringe patti anche ad alti livelli per un comune beneficio, e che col beneplacito della politica arriva a controllare interi territori.

Alla criminalità organizzata non interessano le conseguenze dei suoi scarichi radioattivi, non interessa che migliaia di animali muoiano schiacciati nei camion provenienti dall’Est Europa, non interessa bruciare intere montagne,non interessa se vengono seppellite migliaia di carcasse di animali morti di fame e malattie nei canili lager, tanto meno interessa se animali addestrati all’attacco si mangiano i bambini. Ciò che importa è fare soldi, e per fare soldi occorrono gli agganci giusti.

Che, a dire il vero, non mancano mai, alla faccia degli animalisti sempre in attesa di tempi migliori. A questo proposito è opportuno ascoltare quanto riferito da un ex-cacciatore pentito, citato da Paolo Ricci in http://www.lasaggezzadichirone.org :

(i cacciatori parlando degli animalisti) "...devono continuare così; devono restare confinati nella cultura. Nel buddismo. Nel salutismo. Nella non violenza. Litigando nei loro ghetti. Vegani contro vegani. Vegetariani contro vegetariani. Vegani contro vegetariani. Marxisti contro anarchici. Isolazionisti contro antispecisti. Antispecisti contro cristiani. Anarchici contro il mondo intero.

Dicevano: continuino pure con la protesta e le loro seghe mentali, importante è che non sconfinino nella politica. Quel territorio è nostro.

Se entrano lì saranno guai perché sono tanti. Si limitino alla misericordia spicciola. Vanno incoraggiati in quella direzione. Creino ricette per i ravioli vegani e roba del genere. E continuino a piangersi addosso come hanno sempre fatto. Ma guai se capiscono il potere della politica: il potere che muove i voti. GUAI SE FANNO MASSA! DEVONO RESTARE ATOMIZZATI. DIVISI…."

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