5 ottobre 2011

Meredith, Melania, Yara e la perdita del senso comune.

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Omicidi insoluti. Rapimenti seguiti da omicidi. Sfondi sessuali. Investigatori che brancolano nel buio. Criminologi che, a seconda delle tipologie, sfoggiano in televisione capelli unti di brillantina
o seducenti minigonne.

Bambini, adolescenti e donne come serbatoio utile per quei pochi casi molto eclatanti che si alternano nel tempo, rimbalzando in tutti i notiziari e nelle chiacchiere della gente.
Quasi sempre mancano delle vere prove, quasi sempre manca anche l'arma del delitto.

Difficilmente capitano due eventi mediatici allo stesso tempo, ma sono diluiti in maniera che lo spettatore possa digerirne uno prima di inghiottirne un altro.
Fino ai primi anni '90 erano le bombe il motivo di discussione dell'italiano medio.

Oltre ai grandi botti ricordiamo il così detto Unabomber, che depositava i suoi oggetti esplosivi nei supermercati e nelle spiagge friulane. Poi all'improvviso è sparito.
Se fosse ipoteticamente deceduto, ricoverato in ospedale, chiuso in galera, l'arsenale del piccolo bombarolo e molti articoli di giornale sarebbero già stati ritrovati, non dicevano che era un esibizionista che si divertiva a prendere in giro la polizia? Non è possibile che sia andato in pensione...

Finita l'epoca esplosiva è iniziata quella degli omicidi in famiglia e degli omicidi a sfondo sessuale. Non si sa bene perchè, ma in Italia è il primo pensiero che salta in testa agli investigatori.
Problemi legati al mondo della mafia, dell'usura, della droga non si affacciano mai nella mente di chi indaga, ma lo sfondo sessuale non può mancare come prima ipotesi.
Che siano sempre gli stessi ad indagare? pensarlo è plausibile quando in molte scene del crimine le impronte sono state mescolate, le cicche di sigaretta sono state buttate a terra, e i luoghi piu' carichi di indizi non vengono nemmeno messi sotto sequestro.

Ma a parte la grande desolazione che un cittadino italiano può provare nel vedere le sue istituzioni andare a pezzi, e a parte la ragionevole idea che questo andare a pezzi sia stato scientificamente programmato in tutte le sue possibili variabili svariati anni fa, rimane il fatto che quello che succede nel macrocosmo capita anche nel microcosmo.
In questi delitti perfetti che non lasciano tracce c'è una grossa perversione, che esce dai televisori per andare a infilarsi tra le sinapsi della gente. Non è tanto il senso del pericolo o la paura dell'ignoto, quanto lo spostamento in là della barriera del possibile per le forze oscure, la percezione che c'è sempre meno speranza di giustizia, soprattutto per i piu' deboli.

Per un cane rubato, per un bambino diffamato, per una vecchietta rapinata, quale speranza ci può essere quando il termine di paragone è il quotidiano orrore con cui si viene martellati? E' la corrente di pensiero del "figurati se" che avanza :
"Non trovano nemmeno gli assassini, figurati se...."




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