31 gennaio 2010

C'E' DEL MARCIO A SORSO, PROVINCIA DI SASSARI

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Esistono luoghi di cui non si parla mai, se non per qualche brutto evento.

Sorso, paese di 15.000 anime in provincia di Sassari (Sardegna) è uno di quei luoghi che finiscono spesso sui giornali per crudeltà efferate sugli animali.

Nell'ultimo articolo, apparso alcuni giorni fa su "La nuova Sardegna", si parla di uno splendido pitbull di nome Danko. Un cane particolarmente buono, anche con i bambini, tanto da avere una piccola "padroncina" di 6 anni. Provvisoriamente in un terreno in attesa di sistemazione definitiva, Danko riceveva le visite della bimba e di suo padre fino a poco prima di Natale, quando all'improvviso sparì.

Durante le ricerche nella zona circostante, la bimba e suo padre incrociavano un uomo che trasportava una carriola, diretto verso i cassonetti dell'immondizia. All'interno, in un lago di sangue, c'era Danko agonizzante, colpito al muso da una fucilata. L'uomo sosteneva di aver rinvenuto il cane già moribondo davanti al cancello della sua casa.

Nonostante la corsa dai veterinari per Danko non c'è stato niente da fare, ed è morto dopo alcuni giorni di agonia. Secondo i Carabinieri, allertati dalla denuncia del padre della bimba, l'uomo che lo trasportava verso l'immondizia era lo stesso che ha premuto il grilletto.

Certezza della pena, nei confronti di questo elemento, non ce n'è. E nemmeno certezza del fatto che questi fenomeni vengano realmente contrastati. Perchè non vengono contrastati? Forse perchè la cattura di pericolosi seviziatori di animali non è mediaticamente interessante per un giovane funzionario desideroso di fare carriera. Un serial killer, uno stupratore, o un grosso carico di droga "rendono" molto di più in termini di visibilità, sui giornali e in televisione.

Questo è il gonfalone di Sorso, di cui il Comune andrà molto fiero. Se continua così però sarebbe meglio che al posto del gambale ci fosse un cane legato col filo d'acciaio, sparato in faccia, preso a picconate, legato e trascinato da un'auto, incendiato vivo. Perchè è questo che avviene in un piccolo centro di 15.000 anime dove non dovrebbe essere difficile individuare i personaggi che compiono questo tipo di prodezze, non da oggi.

Infatti in un altro articolo si racconta la storia di un povero cane che girava nella riviera di Sorso, vicino a un centro commerciale. L'hanno trovato alcuni ragazzi, ed era un dalmata irriconoscibile. Era stato legato con un cavetto d'acciaio, e poi colpito con un piccone: una picconata per ogni macchia nera. Infine, quando era agonizzante, lo avevano impiccato a un albero. A massacrare l'animale, dopo le sevizie, sarebbero state più persone: impossibile che fosse solo una. Da quel momento, dice l'articolo, sono incominciate le indagini dei Carabinieri, correva l'anno 2003...

Siamo nel 2010 e ancora a Sorso (SS), i cani si usa attaccarli all'automobile in corsa, incendiarli vivi, fucilarli in faccia. Evidentemente l'attività è portata avanti da persone che godono dell'impunità generale, ma che alla fine sono sempre le stesse. Probabilmente sbruffoni da piazza che credono di essere eroi catturando esseri senza difese. Mezzi uomini senza una morale, futuri padri di esseri ugualmente indegni.

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