9 maggio 2010

L'ODIO

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Un'altra giornata si chiude con la casella della mail piena di messaggi di aiuto, s.o.s. che girano nel web per tutta Italia come bottiglie nel mare, sperando che qualcuno da qualche parte risponda.

Decine e decine di cuccioli da adottare, nati come ogni anno a primavera, destinati a diventare pazzi in qualche schifoso canile lager, a morire su qualche strada, oppure a diventare carne per cibare altri cani.
Cuccioli dati in pasto in cambio di soldi è la novità del giorno.

Animali feriti e abbandonati in qualche cassonetto, o davanti a un cancello sotto la pioggia per 15 ore. Con le zampe tagliate per una vendetta trasversale, bruciati vivi. Eppure dignitosi nel loro immenso dolore, rassegnati all'umana carogna. Forse è questo che fa più male.

E mentre tutto ciò accade, l'unico argomento riferito agli animali di cui parla la gente sono le cacche sui marciapiedi e i "padroni maleducati". Stranamente sorvolano su preservativi usati e altre amenità pur presenti sul suolo cittadino.

In genere hanno tutti la stessa faccia e lo stesso atteggiamento di fastidio verso il mondo, che pretendono lindo e asettico come le loro vite: prati tagliati come moquettes, sostanze chimiche contro topi inesistenti, aiuole da non calpestare ma solo da guardare.

L'oggetto che più amano è il recinto.
Recinti per cani, senza erba a forza di essere calpestati e adibiti unicamente a cessi, ma anche recinti per bambini, con giochi tutti uguali e con altalene impossibili da utilizzare ai maggiori di 3 anni.
Recinti intorno ai parchi, alle piazze, per preservare una vita apparente, buona forse per qualche fotografia.

E poi ci sono le gare per il padrone più ligio alle regole, il "bravo proprietario di cane" che va d'accordo con tutto il condominio perchè usa il sacchettino, la museruola e il guinzaglio.
Un ottimo schiavo delle regole che in nome di queste farà ammalare il suo cane.
Perchè va detto chiaro : non è normale tenere un cane con guinzaglio e museruola, quando esce dopo 12 o 23 ore passate in casa.

Invece, chi fa queste regole magari fa jogging, nuota, pesca, va a caccia, occupando ogni spazio immaginabile in nome di un possesso conferito chissà da chi. Va in montagna, al lago, al mare, nei parchi, utilizzando ogni cosa come se fosse, appunto, una cosa da usare.

Finchè in questo bel clima anche associazioni animaliste incominciano a comportarsi in maniera più realista del re, allineandosi a posizioni di comodo che non prendono minimamente in considerazione la realtà.

In due decenni il sentimento nazionale nei confronti degli animali è radicalmente cambiato.
Grazie al suo passato contadino, ovvero quando i nonni vivevano con le capre in casa, l'Italiano di vent'anni fa normalmente ignorava i cani che incontrava, o al massimo faceva qualche complimento.
L'Italiano di oggi, manipolato e riempito a dovere di notizie terrificanti, ha sviluppato un sentimento di lontananza e di sospetto nei confronti della natura che non è mai esistito prima. Nonostante la sua esperienza personale non gli abbia mai fatto incontrare direttamente una violenza grave, gli basta il "sentito dire" per reagire davanti a dei semplici cani incontrati per strada come davanti a un serial killer.

Tutto questo per dire che chi si occupa di animali deve sviluppare un maggiore coraggio, e rendersi conto che sta lottando per gli esseri più inermi in assoluto, quelli che non hanno avvocati o numeri verdi da poter chiamare, e che vanno protetti con fierezza da chi ha preso coscienza della loro immensa importanza.

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