1 giugno 2010

I COSIDDETTI "PACIFINTI" - FREEDOM FLOTTILLA IL GIORNO DOPO, QUANDO LA PALLA PASSA AI GOVERNI

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Una parola piena di consonanti fastidiose...pcf..., che sembra di vederla la faccetta da schiaffi di La Russa pronunciarla, con gli occhietti strizzati e tutti i denti di fuori.

Oggi è un po' più chiaro vedere dove stiano questi famosi e nominati "pacifinti", e sono proprio quelli che con una faccia parlano di pace, cooperazione, sviluppo, ma con la faccia nascosta controllano e manovrano affinchè le cose vadano in senso opposto.
"Quali misure adotterà adesso il governo italiano?" chiede Renata La Rovere di Donne in nero, una domanda semplice, eppure difficilissima per chi non ha risposte coerenti da dare.

Nel quotidiano "il Manifesto" di oggi Manlio Dinucci scrive che diversi Paesi, e soprattutto Israele, collaborano con la Nato per rendere il Mediterraneo sicuro e stabile.
Israele è connesso al sistema elettronico Nato, vi sono esercitazioni militari in comune, cooperazione negli armamenti e nel controterrorismo, non è quindi credibile -conclude il giornalista - che la Nato e in particolare gli Stati Uniti che ne detengono il comando fossero all'oscuro che l'operazione navale israeliana prevedeva di aprire il fuoco contro i pacifisti. Ipocrita appare dunque il "profondo rincrescimento" per la perdita di vite umane espresso dalla Casa Bianca.

Certamente anche lo stato italiano, che collabora massicciamente con Israele in ambito militare, non poteva essere del tutto all'oscuro. Oppure sì? In entrambi i casi la situazione non è buona :
Non essere preventivamente informati delle intenzioni, considerata la gravità del fatto, è un fatto negativo, vuol dire contare come il due di picche.
O se invece l'informazione c'era, i "pacifinti" governativi avranno ancora la faccia per parlare di pace dopo avere avallato un comportamento del genere?

In un mondo normale l'attacco a una nave che non svolge attività illegali, battente bandiera di un altro stato, in acque internazionali, dovrebbe essere considerato un atto di guerra.
Ma forse in guerra ci siamo già, è solo che ci ostiniamo a non accorgercene.



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