6 dicembre 2011

JAGO. L'ULTIMO SALUTO A UN COMBATTENTE


Da Cuoredicane :
 
Questa mattina, 5 dicembre 2011, Jago è morto a seguito di una torsione gastrica.
A nulla è valsa la corsa in clinica, non sarebbe stato possibile operarlo. Il cuore di Jago ha smesso di battere non appena l’anestetico che doveva precedere l’eutanasia è entrato nelle sue vene. La morte arriva proprio in un momento che sembrava di ripresa, in cui mi apprestavo a mandare aggiornamenti mostrandolo mentre imparava di nuovo a stare in piedi, a dire a tutti che Jago aveva ora un bellissimo carrellino che gli avrebbe permesso di passeggiare di nuovo all’aria aperta.

Questo è un giorno molto triste, per noi e per tutte le persone che gli hanno voluto bene e l’hanno seguito e aiutato perchè, non si sa per quale motivo, Jago ti entrava nel cuore.
Per chi non l’avesse letta, è allegata la sua storia fino al momento in cui, rimasto paralizzato, aveva avuto bisogno dell’aiuto di tutti. Mi permetto solo dei ricordi personali.... quando le prime volte al rifugio - così tanti anni fa ormai – gli portavo dei piccoli premi con cui lui, per quanto entusiasta del regalo, non sapeva cosa fare ( non avendone mai visti in vita sua), era solito nasconderli sotto le pedane di legno, innaffiando tutto il terreno circostante nonostante non ci fosse nessuno a rubarglieli..

E lo rivedo ancora, un gigante tranquillo e sicuro di sè, in televisione nella trasmissione di Licia Colò mentre tutti parlavano di lui... questi ricordi sciocchi mi rimarranno per sempre, e per sempre mi strapperanno un sorriso. Era un cane forte, con una immensa voglia di vivere e alla fine ero quasi convinta che potesse essere immortale. La sfortuna si era accanita su di lui, ancora e ancora, e lui aveva sempre recuperato, senza mai mollare neanche per un giorno, neanche per un’ora.

La morte poteva prenderlo solo così, con l’inganno, giocando la sua mossa in modo da non ammettere repliche, da non permettere difese. La sua vita è stata un’odissea, un lungo viaggio durante il quale però Jago ha incontrato anche tanto amore e tante persone generose che si sono interessate a lui, e con lui alle vicende della sua famiglia. E proprio per questo Jago lascia alla sua famiglia il dono di una nuova vita, di un nuovo inizio, e forse una speranza. Quanti cani possono dire di aver fatto altrettanto?
Vai Jago, torna a correre ora, missione compiuta ... la storia finisce qui.



                                 
                                   La storia di Jago

La storia è molto lunga... la prima parte l'abbiamo potuta ricostruire solo pochi anni fa quando fu ricoverato la prima volta e si scoprì che aveva il tatuaggio..

Nato in un allevamento - pare avesse anche il pedigree - fu adottato da una persona che pochi mesi dopo lo rivendette, senza neanche fare il passaggio di proprietà. Non si sa chi fosse il nuovo proprietario nè come lo trattò, ma sappiamo solo che Jago all'età di due anni era diventato un randagio, in campagna vicino Roma.
E' sempre stato un cane molto affettuoso e bisognoso di contatto umano, ed ebbe allora la sfortuna di fissarsi con un tipo che aveva giocato con lui un giorno. Iniziò ad aspettarlo fuori di casa e a seguirlo ovunque: lo aveva eletto suo capobranco.
Purtroppo la persona era, come dire, poco equilibrata: un giorno, probabilmente ubriaco o comunque non in sè, stanco di essere seguito cominciò a picchiarlo con il bastone. Qualcuno avvertì di questo la signora Marisa che gestisce il vicino rifugio di San Polo (per cui io seguo le adozioni da alcuni anni), e la signora corse in soccorso di Jago, togliendolo dalle mani del folle proprio mentre questo si accingeva ad impiccarlo (atto purtroppo frequente in quelle campagne..).

Jago fu portato al rifugio e lì passò i successivi 4 o 5 anni, sempre nello stesso recinto. Ma almeno non gli mancava il cibo, una carezza ed era al sicuro.
Più o meno tra il 2004 e il 2005, Jago cominciò ad avere episodi in cui tremava e rimaneva paralizzato, ed era molto difficile gestirlo perchè la signora Marisa è una donna esile e piuttosto anziana, che non aveva la forza di sollevarlo. Non c'erano neanche i soldi per fare accertamenti, ma cercai aiuto e riuscii ad avere l'appoggio dell'Associaizione volontari del Canile di Porta Portese, che decise di aiutarci e pagare il suo ricovero per accertamenti.

Da lì, Jago iniziò un altro calvario. A parte le analisi che rivelarono dei valori molto preoccupanti relativamente alla Leishamnia e se non ricordo male anche alla filaria, si fecero accertamenti per la situazione della colonna, che portarono quindi ad un complicato intervento e ad una lunga riabilitazione. La cosa notevole in quel periodo fu che Jago divenne il beniamino di tutti, prima della clinica Fleming poi della clinica di riabilitazione Villa Beria (sempre a Roma); veniva lasciato girare libero nella clinica e quando era ora della terapia o delle analisi bastava chiamarlo e lui arrivava presentando le zampa...

Al momento delle dimissioni, fu triste riportarlo in canile, dove l'umidità e i disagi non gli avrebbero certo giovato. Così provai a contattare la redazione della trasmissione di Licia Colò, raccontando tutta la storia. Loro mi risposero invitando Jago in TV.
Dopo il passaggio televisivo arrivarono tante telefonate e alcune richieste di adozione per lui e, dopo tutti i controlli del caso, venne affidato alla signora Loredana, che all'epoca viveva in una bella villetta assieme al marito e alla figlia (Jago è buonissimo con i bambini). La signora aveva già avuto dobermann di taglia gigante che aveva curato anche da lunghe malattie, e la situazione sia in casa sia in giardino e nelle campagne intorno era ottimale.
Jago fu portato a Crema, e ricevemmo continuamente sue notizie e video, di lui che giocava con la bambina, correva nell'erba, faceva il bagno nel fiume o dormiva beatamente sul divano.

Purtroppo la vita a volte gioca brutti scherzi e - qui devo per forza accennare a questioni personali della proprietaria - ora la situazione è molto cambiata; la signora non è più con il marito, si è dovuta trasferire in un appartamento e ha perso il lavoro. Lo scorso anno Jago dovette essere sottoposto ad un intervento urgente per la rimozione di un’ernia perianale, intervento dal quale si era perfettamente ripreso.
Poche settimane fa Jago aveva fatto una visita di controllo per alcuni problemi di debolezza agli arti posteriori, e delle lastre, e stava prendendo degli antinfiammatori, che avevano già migliorato la situazione.
Purtroppo lunedì 6 giugno, tornando a casa, la proprietaria di Jago lo ha trovato riverso sul tappeto davanti al divano. Jago era completamente paralizzato. Si suppone sia caduto nel sonno da divano, o che scendendone abbia messo una zampa in fallo e sia caduto, sbattendo la schiena.
Portato immediatamente in clinica a Lodi, e iniziate le terapie, ci è stato detto che Jago potrà tornare a camminare, ma solo con una lunga riabilitazione che potrebbe durare circa un mese e mezzo. E’ stato trasferito quindi in una clinica di riabilitazione, sempre vicino Milano; l’alternativa sarebbe stata sopprimerlo, perchè la sua proprietaria non avrà mai modo di coprire i costi, che sono stati stimati intorno ai 2000 euro per ricovero, terapie e riabilitazione.

Io personalmente non avrei avuto il coraggio di dire all’adottante di Jago di farlo sopprimere per mancanza di soldi... voi si? E se fosse stato il vostro cane?
Ora Jago però ha bisogno di aiuto, la clinica alla fine della settimana vuole sapere la nostra decisione definitiva... quale dovrà essere dipende un po’ da tutti noi.

Da Cuoredicane






 

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